venerdì 30 ottobre 2009

giovedì 22 ottobre 2009

Documento per la richiesta di appelli

All’attenzione del Consiglio di Facoltà di Lingue e Letterature Straniere

Gli studenti dell’Università Orientale, a fronte delle difficoltà riscontrate durante il loro percorso universitario, al fine di salvaguardare il proprio diritto allo studio, chiedono che vengano accolte le seguenti richieste:

1) appelli scritti per gli esami di lingua nelle sessioni straordinarie (dicembre e marzo), accessibili a tutti;

2) possibilità di sostenere tutti gli esami in tutti gli appelli (giugno-luglio; settembre-ottobre), di modo che la bocciatura non sia discriminatoria per sostenere l’esame nell’appello successivo della stessa sessione;

3) possibilità si sostenere gli esami di lingua di diversi livelli nella stessa sessione, se maturata la frequenza; in merito si invita a prestare attenzione alla distribuzione degli appelli che spesso si sovrappongono.


Napoli, 21 Ottobre 2009

Studenti e Studentesse Dell’Orientale

martedì 20 ottobre 2009

la risposta degli studenti agli "intellettuali" napoletani


CasaPound e la cultura del dialogo

L’occupazione di un edificio di proprietà del Comune di Napoli da parte di alcuni militanti dell’associazione CasaPound nella nostra città ha aperto un enorme dibattito tra vari intellettuali ed editorialisti, con scambi di battute anche abbastanza pesanti, sull’opportunità o meno del dialogo tra gruppi politici opposti. Per chiarezza però, per analizzare questa questione, è meglio partire dall’inizio: nella notte del 12 settembre questo gruppo di ragazzi, che si definiscono, senza troppi giri di parole, “fascisti del terzo millennio”, ha occupato un monastero abbandonato nel quartiere Materdei. Dietro la loro faccia da “bravi ragazzi”, scolpita dalla stampa cittadina, di ragazzi che vogliono offrire servizi sociali ai cittadini, si nasconde la realtà dei fatti: l’associazione in questione non è esattamente la Caritas, ma un gruppo di persone che non esitano ad usare la violenza contro ragazzi indifesi, come successo a Piazza Navona l’anno scorso in occasione di una manifestazione studentesca, o a picchiare selvaggiamente, in 6 contro 1, un ragazzo di 17 anni la settimana scorsa fuori la sua scuola, il Margherita di Savoia, dove aveva organizzato un seminario con un vecchio partigiano napoletano dell’ANPI.
Fatta la premessa necessaria, va chiarito il quadro del dibattito. Quelli che chiameremo buonisti o superficiali sono tutti coloro che hanno scritto articoli su articoli di elogio dei “ragazzi del convento occupato” che restituiscono alla città uno stabile abbandonato dal Comune. I buonisti, con apprezzabile spirito giornalistico, hanno dimenticato o omesso una presentazione del gruppo politico di cui fanno parte gli occupanti dell’edificio. In contemporanea, un gruppo di editorialisti dalla penna facile non ha esitato a definire Erri De Luca “il notaio della rivoluzione”, un “perbenista rivoluzionario”, quando non un “nostalgico degli anni di piombo”. L’unica colpa dello scrittore napoletano è quella di aver semplicemente ribadito un concetto semplice, verrebbe da dire quasi banale, se non fosse a molti di così difficile comprensione: ossia quello che un gruppo fascista, razzista e violento non può avere spazi né cittadinanza; non può essere di conseguenza assegnatario di uno spazio comunale, di uno spazio pubblico, perché è contrario ai principi dello stare insieme sui quali si basa il nostro paese.Il dibattito si è poi spostato su un altro piano, al quale i nostri editorialisti sono tanto affezionati: al confronto tra presunti “opposti estremismi”, che, come hanno detto, se guardati da vicino non sono poi tanto diversi come dicono di essere. Dunque, dicono, visto che siamo in presenza di gente che, dopotutto, non è così diversa, mettiamoci tutti attorno allo stesso tavolo e discutiamo, dialoghiamo, forse non diciamo cose del tutto opposte! Il nostro sindaco (immobile per i fragili equilibri politici che tengono in piedi la sua giunta), a quanto pare, ha pensato che non sia un’idea da disprezzare, che le parole del maestro di strada Marco Rossi Doria, che consigliava ai ragazzi di CasaPound di andare a far visita al ragazzo al quale hanno rotto una costola in un agguato per chiarire i loro intenti in città, fossero la vera svolta di tutta questa vicenda…
Bene, in questa storia c’è qualcosa che non è ben chiaro forse. In questa vicenda non esiste nessun “opposto estremismo”, “CasaPound VS centri sociali”: esiste semplicemente un gruppetto fascista e violento, di non più di 15 persone (appoggiati per utilità da una parte del centro-destra che prova a contare in città e spezzare l’opposizione sociale), che ha occupato uno spazio del Comune al quale un pezzo consistente di città si è opposto. Qui nessuno vuole di nuovo violenza e terrore in questa città, nessuno rimpiange gli anni di piombo: di violenze e di ghettizzazioni, di deportazioni e di pogrom ne abbiamo già vissuti abbastanza, e non ne vogliamo di nuovi. Conveniamo con i vari editorialisti che hanno preso la parola su questo tema su una sola cosa: l’importanza del dialogo. Pensiamo infatti che sia una pratica importante per promuovere la discussione tra persone che hanno idee contrapposte. Diciamo qualcosa di più: è centrale ancor di più in una società complessa come la nostra, fatta, anche se a qualcuno questo non va proprio giù, di differenze culturali ed etniche, sessuali e religiose, che non vorremmo mai ridotte ad un “unicum” di riferimento, magari (ma non necessariamente) bianco e produttivo, cattolico ed eterosessuale. Piuttosto, pensiamo che la diversità sia un valore in una società davvero libera ed antitotalitaria, pensiamo che una società multietnica e multiculturale sia la prospettiva per la nostra città e per l’Italia. Ma, intendiamoci: non è pensabile per noi promuovere il dialogo con questi personaggi, perché non abbiamo nulla da dire a chi considera Hitler un rivoluzionario e Mussolini il più grande statista del secolo. Forse Rossi Doria & co. dimenticano che questi personaggi considerano il 25 aprile lutto nazionale: per noi invece è una data fondamentale (oltretutto ancora festa nazionale) che ricorda la liberazione del nostro paese dell’invasore nazista e la caduta del regime fascista collaborazionista.
C’è un’altra cosa che condividiamo con i superficiali autori degli editoriali, ossia la preoccupazione per il nuovo clima che si respira in città e nel paese, ma la nostra è una preoccupazione diversa: è la stessa che ha individuato anche la stampa straniera, in particolare lo spagnolo “El País”, che ha parlato di “risveglio del fascismo in Italia” (Reportaje “El fascismo despierta en Italia” Miguel Mora 04/10/2009, El País semanal), vedendo l’impunità nella quale operano oggi, con la complicità del governo, gruppi razzisti e neofascisti, citando esplicitamente CasaPound.
Ebbene si, correremo il rischio di apparire chiusi e settari, ma non vogliamo stare allo stesso tavolo a discutere con gli autori di pestaggi e intimidazioni, con chi si rivendica il ventennio fascista, per sdrammatizzare ricorderemo che Mussolini avrà pure migliorato la puntualità dei treni (ma per quello bastava farlo capo delle ferrovie, come ci ricorda Massimo Troisi in un suo film), ma, è meglio tenerlo sempre a mente, ha portato ad una tremenda dittatura totalitaria il nostro paese, che ha significato soffocamento di ogni dissenso e morte per centinaia di migliaia di ebrei ed oppositori politici: il periodo più buio della nostra storia che non vogliamo torni mai più!

- l'intervista a Erri de Luca su Repubblica del 30 settembre http://napoli.repubblica.it/dettaglio/casapound-il-rione-si-ribelli-e-mandi-via-quei-ragazzi/1734740
- la risposta a Erri de Luca da parte di Adolfo Scotto di Luzio dal Corriere del Mezzogiorno del 1 ottobre http://www.napolionline.org/new/il-notaio-della-rivoluzione
- la risposta a Erri de Luca da parte di Marco Rossi Doria su Repubblica del 2 ottobre http://www.napolionline.org/new/quel-dialogo-necessario-con-i-ragazzi-di-ezra
- risposta a Marco Rossi Doria da parte del professor Giuseppe Aragno su Repubblica del 7 ottobre http://www.napolionline.org/new/ma-il-canto-di-ezra-non-cancella-il-male/comment-page-1
- l'articolo di Marco Rossi Doria su Repubblica del 9 ottobre http://www.napolionline.org/new/centri-sociali-il-sindaco-abbia-il-ruolo-di-mediatore
- seconda risposta a Marco Rossi Doria da parte del professor Giuseppe Aragno sul Manifesto del 15 ottobre http://giuseppearagno.wordpress.com/2009/10/12/il-dialogo-colpito-a-tradimento/

giovedì 15 ottobre 2009

Vogliamo Più Appelli!!!!


tagli, tagli, tagli…
È stato questo il “motivo” che ha attraversato le proteste che dallo scorso autunno, hanno coinvolto scuole e università fino al G8 University Summit di Torino del Maggio scorso.

Ma cosa comportano realmente questi tagli?

Nel nostro Ateneo, alla mancanza di fondi per strutture adeguate, si aggiunge ogni anno il problema degli appelli. Molti studenti, in particolare di lingue e lettere, non hanno la possibilità di sostenere gli scritti di lingua ad ogni sessione, dovendo ogni volta attendere mesi e mesi e, in questo modo, vedendo, sempre più, allontanare il “traguardo” della laurea.

VOGLIAMO PIÙ APPELLI!
appuntamento: mercoledì 21/10 h 9:30
cortile palazzo S.M. Porta Coeli
(orientale – via duomo)

studenti e studentesse dell’Orientale

lunedì 12 ottobre 2009

L’inizio del nuovo anno accademico presenta uno scenario già preoccupante...

L’anno scorso abbiamo protestato contro la riforma Gelmini di cui oggi si vedono le disastrose conseguenze in tutte le Università: all’Orientale i danni della riforma sono ancora più evidenti.
Infatti nel nostro ateneo c’è stata la soppressione di un’intera Facoltà, quella di Studi Arabo-islamici (unica nel suo genere in Italia), e il taglio di numerosi corsi di laurea nelle restanti tre facoltà: solo a Lingue da 5 corsi di laurea a 2 per la triennale e da 8 a 3 per la specialistica.
In più il Ministero dell’Università ha anche introdotto un’importante novità per l’assegnazione dei fondi alle Università: una parte, ossia il 7 % del totale, viene assegnata in base a dei parametri di “valutazione della qualità”. Di conseguenza il ministero ha stilato una classifica per l’assegnazione di questi fondi alle Università “virtuose” sulla base della capacità di intercettare i fondi europei, di autofinanziarsi, di conseguire importanti risultati nella ricerca e della percentuale degli studenti che trovano lavoro entro due anni: il risultato è che quasi tutte le Università del Sud (dove il mercato del lavoro è praticamente immobile) sono state “bocciate”. In particolare per quanto riguarda l’Orientale questi standard di valutazione non tengono conto delle caratteristiche specifiche del nostro Ateneo (cha ha una storica vocazione nella mediazione linguistica e culturale).
L’azione del Governo sull’istruzione coincide in più con il montare nel paese di un clima di razzismo e intolleranza. In questo clima fatto di politici di vari partiti che invocano a gran voce la necessità delle ronde e di respingere i diversi, clandestini e non, hanno vita facile (e copertura politica) alcuni gruppi razzisti e violenti. Già l’anno scorso militanti di CasaPound, organizzazione dichiaratamente fascista, hanno tentato di ritagliarsi uno spazio all’interno del grande movimento studentesco che ha attraversato le scuole e le università: l’hanno però fatto con i soliti mezzi violenti che gli sono consoni, aggredendo con caschi e bastoni gli studenti che manifestavano a Piazza Navona sotto il Senato contro la Gelmini. Qualcosa del genere è accaduto anche a Napoli: hanno presidiato l’ingresso della Facoltà di Giurisprudenza armati di mazze e coltelli impedendo l’ingresso agli studenti di ritorno da una manifestazione. E stanno riprovando a ritagliarsi uno spazio politico in città: un mese fa hanno occupato uno stabile a Materdei con l’intento di promuovere “attività sociali”.
La prima delle loro attività è stata quella che temevamo: un vile pestaggio 6 contro 1 nei confronti di uno studente del Margherita di Savoia attivo nel movimento studentesco.
Di fronte a questa situazione pensiamo che l’unico modo per cambiare le cose sia il promuovere la partecipazione e le riflessioni sulle tematiche attuali, a cominciare da quelli dell’antifascismo e della memoria storica della lotta di liberazione e dalle tematiche legate all’Università e alla formazione.

Giovedì 15 ottobre ore 14:00
Proiezione del documentario "Fuori dalle Fogne"
A seguire dibattito sull'antifascismo e la repressione

lunedì 5 ottobre 2009